Il museo della pizza a Napoli è quello che tutti gli appassionati di questo piatto si aspettano da tempo. È la città dove, storicamente, è nata e la sua cultura è strettamente legata alla sua tradizione.
È da anni che aspetto e spero in questa notizia e l’altro giorno ci avevo quasi creduto. Infatti, il museo della pizza ha aperto, ma non a Napoli: dal 13 al 28 ottobre 2018, infatti, aprirà il Museo della pizza a New York, il MoPi, un’esposizione temporanea che ha lo scopo di far conoscere questo piatto in tutte le sue sfaccettature.
È un peccato che questo museo venga aperto al di là dell’oceano, anche se (come già vi avevo raccontato qui) gli Stati Uniti sono il Paese in cui si consuma più pizza in assoluto. Ma nello specifico, di cosa tratterà il Museo della pizza di New York? Ho provato a capirlo andando a curiosare in un po’ di siti americani e vi dirò, sembra davvero un evento interessante! Mi spiace che una manifestazione così importante si svolga lontana dal nostro Paese ma confido nel fatto che la Grande Mela sia popolata da tantissimi italiani e che saranno numerosi i connazionali che, in vacanza nel Paese a stelle e strisce, non perderanno occasione per visitarlo.
Museo della pizza: a New York si celebra il piatto italiano per eccellenza
Sarebbe ovvio aprire un museo della pizza a Napoli ma gli americani ci hanno preceduto e nei prossimi mesi aprirà il Museo della pizza a New York. Non sarà un museo tradizionale, per fortuna vista la sua location, ma sarà un pop up museum alternativo, come amano definirlo loro, ossia un’esposizione temporanea di pochi giorni, che creerà attorno a sé un vero e proprio turbinio di eventi. Il MoPi, così si chiamerà, sarà l’occasione per celebrare la pizza come piatto iconico del XIX e del XX secolo, che proprio per la sua importanza assume un ruolo decisivo anche nella cultura pop mondiale.
Certamente, l’apertura di questo spazio espositivo è stata influenzata anche dall’inserimento della pizza tra i patrimoni mondiali dell’umanità da parte dell’UNESCO. Il museo della pizza a New York è un’iniziativa lanciata da una delle più importanti società di comunicazione di Brooklyn, l’azienda Nameless Network, che sta ancora cercando la location migliore in cui effettuare l’installazione.
La peculiarità di questo museo sarà che la pizza non sarà raccontata come un semplice piatto ma, piuttosto, come un’opera d’arte al pari delle grandi opere dei geni del Novecento che hanno cambiato la nostra cultura. La pizza come il celeberrimo Campbell’s Soup Cans: questo è il senso del MoPi, che proporrà ai visitatori un’esperienza artistica immersiva unica nel suo genere, dove tutti i sensi saranno coinvolti nella scoperta di un piatto che ha fatto della semplicità il suo successo.
Museo della pizza di New York: al MoPi tutto sarà possibile
L’obiettivo del MoPi è quello di offrire al visitatore uno sguardo nuovo sulla pizza. L’idea nasce dal vero amore incondizionato mondiale che circonda questo piatto, universalmente apprezzato, il cui appeal non ha confini.
Questo è il senso delle parole utilizzate nel sito del museo per raccontare l’installazione che avrà luogo il prossimo autunno ma c’è di più, perché gli organizzatori parlano della pizza come se fosse il migliore amico di ogni persona.
Sappiamo che è considerata come il comfort food per eccellenza, come ha dimostrato anche Chiara Ferragni. La pizza non giudica, rincuora e consola, c’è in ogni momento della nostra vita, anche quelli più importanti perché non richiede un grande impegno per essere mangiata. Se queste sono le premesse, il Museo della Pizza di New York sembra promettere bene, anche perché sarà un viaggio multisensoriale grazie all’utilizzo nelle nuove tecnologie per la sua realizzazione.
Leggendo il sito web del museo, ovviamente, salta all’occhio come questa sia, di base, un’iniziativa commerciale nel più scontato marketing-mood americano. Lo stesso Eater, uno dei più influenti magazine sul tema cibo degli Stati Uniti, l’ha definito un evento completamente targetizzato sulla comunity social, in particolare Instagram, nato con l’obiettivo di vendere e di creare movimento in quella direzione.
Sinceramente, non mi stupirei se fosse tutta una mossa pubblicitaria, d’altronde non ci sarebbe nemmeno niente di male in questo. Sul loro sito, gli organizzatori raccontano che all’interno del museo, tra le altre cose, ci saranno alcune iniziative bizzarre che non possono essere ammesse e già questo dà la misura di quanta parte di spettacolo di ci sia e di quanta parte di celebrazione si voglia creare.
Dalle prime indiscrezioni che sono trapelate dall’organizzazione pare che all’interno dell’esposizione ci sarà una vera e propria caverna, la Pizza’s Cave, fatta di pomodoro e mozzarella, che i visitatori dovranno percorrere per raggiungere la Pizza’s Beach: qui, saranno quasi travolti da un’onda di mozzarella. Ovviamente, non mancherà la galleria d’arte dedicata alla pizza, che dovrebbe essere la parte meno eccentrica dell’intera esposizione, una sala di proiezione e una in cui verrà raccontata la sua storia in maniera interattiva.
Il biglietto d’ingresso al MoPi costerà 35 dollari e sono già iniziate le prevendite: comprende anche l’assaggio di uno slice di pizza (un trancio) da assaporare all’interno dell’esposizione. È il minimo, visto e considerato che il profumo della pizza sarà inebriante in tutti gli ambienti della mostra!
Museo della Pizza di New York: operazione di marketing o vera celebrazione
Premettendo che qualsiasi iniziativa atta a raccontare la pizza attira inevitabilmente la mia attenzione, questa installazione è qualcosa che va oltre la mera celebrazione. Probabilmente, anzi, sicuramente ha ragione Eater quando dice che si tratta di una mera operazione pubblicitaria: così come è successo con l’Ice Cream Museum, infatti, l’obiettivo sarà quello di generare traffico sui social con l’hashtag dedicato, attirando visitatori (soprattutto giovanissimi) allo scopo di creare contenuti per il web. E in quest’ottica si inserisce anche l’ipotesi (giù paventata) che la durata dell’esposizione potrebbe essere prolungata.
Un museo come questo, nel nostro Paese, non sarebbe sicuramente considerato un evento di questa portata, soprattutto per la diversa concezione della pizza che abbiamo in Italia. Attrazioni come la Grotta della Pizza sarebbero probabilmente considerate un affronto alla regina delle tavole, ma non è nemmeno da demonizzare come iniziativa ludica. Se immaginassi un Museo della Pizza a Napoli, sicuramente lo penserei diversamente, qualcosa di più celebrativo, altrettanto interattivo ma maggiormente incentrato sulla storia del piatto. Immagino un’esposizione che racconti le sue peculiarità e la sua eccellenza, magari con un focus sulla pizza napoletana e sulle differenze che sussistono per le varie ricette della pizza in Italia, con meno spettacolarizzazione.
Tuttavia, vorrei porre l’accento su un concetto, che secondo me è cruciale per capire il senso del MoPi: in questo museo la pizza è considerata come un’opera d’arte entrata di diritto nella nostra cultura mondiale. L’utilizzo strumentale per la generazione di contenuti sul web, non è forse un elemento cruciale della cultura dei nostri tempi, in cui viviamo costantemente connessi per raccontare al mondo la nostra vita? Alzi la mano chi non considera la pizza come parte integrante della sua vita. Appunto.